Rainbowfish in Italia - Alleviamoli correttamente
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Testi ed immagini: Danilo Rotatori

Ho voluto scrivere delle pagine su questi fantastici pesci australiani in modo tale da incontrare e scambiare informazioni con altri appassionati che, come me, hanno iniziato ad allevarli.
In Australia, per ovvi motivi, i Rainbowfish sono allevati diffusamente e si organizzano vere e proprie 'scampagnate' per reperire nuovi esemplari. Molte persone si scambiano uova o pesci vivi, vengono organizzati meeting e un'organizzazione chiamata ANGFA pubblica di tanto in tanto una rivista sulle nuove specie trovate.
In Italia solo da poco è possibile trovare esemplari di razze diverse dalle melanotenie Boesmani a prezzi accessibili. Ho quindi cercato di mettere in rete quello che non oso considerare un sito, ma solo uno strumento per confrontarmi e conoscere altri pionieri dell'allevamento dei rainbowfish. Esiste ancora molta confusione sulle diverse razze che è possibile, se è possibile, trovare dal negoziante. Anche perché, e mi dispiace dirlo, la confusione nasce proprio dai negozianti che sono in genere poco preparati.
Identificare e riconoscere un esemplare di Melanotenia non è sempre facile. Questo anche perché oltre alla grande varietà della specie, spesso gli esemplari venduti sono degli ibridi. Gli allevatori australiani tengono a sottolineare l'importanza di evitare di incrociare le melanotenie di diverse razze, e questo perché il loro ambiente naturale sta scomparendo (se lo dicono loro, perché non crederci ?) e quindi per preservare le differenze genetiche è importante tenere nelle vasche di riproduzione esemplari della stessa razza. Questo discorso può sembrare una forzatura, ma bisogna tenere presente che la grande varietà di colori presentata dai rainbowfish è dovuta all'isolamento di una comunità rispetto all'altra. Purtroppo spesso è difficile trovare delle varietà della stessa razza, e se vi capiterà di comprare un tipo di melanotenia trifasciata, vedrete che dovrete soffrire parecchio prima di ritrovarne un'altra! Mi auguro che queste pagine servano anche per questo...trovare un partner ai nostri esemplari!
Ricordo a tutti coloro che non lo sapessero che i ranbowfish hanno delle qualità da fare invidia a tutti gli altri pesci: facilità di allevamento, facilità di riproduzione, bellezza e grande varietà dei colori, varietà della taglia, comportamento tranquillo.
E allora... cosa aspettate a iniziare ad allevarli?

Introduzione ai Rainbowfish
I Rainbowfish costituiscono la famiglia Melanoteniidae che appartiene all’ordine Ateriniformes, e che comprende otto generi :

*  Cairnsichthys
*  Chilatherina
*  Glossolepis
*  Iriatherina
*  Melanotaenia
*  Pseudomugil
*  Popondichthys
*  Rhadinocentrus

I pesci che io ho iniziato ad allevare appartengono soprattutto ai generi Chilaterina, Melanotenia, Glossolepis e Iriatherina. Di seguito elencherò gli esemplari più conosciuti di ogni genere, ma tenete conto che il genere Melanotenia conta circa 60 specie differenti, ma non tutte sono ancora arrivate in Italia, quindi elenco solo più 'probabili'.
Melanotenia:

*  Boesemani
*  Lacustris
*  Herberthaxelrodi
*  Splendida Australis
*  Trifasciata
*  Affinis
*  Splendida Inornata
*  Macculocchi
*  Praecox
*  Parkinsoni
*  Splendida Splendida

Tra le Glossolepis la più popolare è senza dubbio la Incisus, mentre è sempre più difficile trovare le Wanamensis (a rischio nel proprio habitat, a causa dell'inserimento di pesci più commerciali come le Carpe) mentre le Multisquamatus non sono ancora arrivate in Italia.
Il genere Iriatherina è include una sola specie, la piccola Iritherina Werneri, grazioso pesce di massimo 5 cm, trovato nelle paludi della Nuova Guinea orientale.
Le Chilaterina non sono ancora riuscito a collezionarle, visto che non le ho trovate da nessuna parte.
In sezioni successive darò una breve descrizione dei pesci che ho nel mio acquario e allegherò alcune foto molto 'rustiche'. Se avete pesci che non ho descritto e volete inviarmi materiale e foto sarò lieto di mettere il tutto in rete!

Notizie storiche
I ranbowfish o pesci arcobaleno sono così soprannominati per i loro colori spettacolari, profondi ed iridescenti.
Alcuni biologi suggeriscono che questo è dovuto al fatto che questa famiglia di pesci si sia formata in tempi relativamente recenti ( 200.000 anni ) da un ceppo di origine marina.
Questi pesci sono presenti in Australiana e dalla Nuova Guinea perchè queste due isole sono state unite fino a 10 milioni di anni fa e formavano un territorio chiamato Sahul e solo successivamente la Guinea si è distaccata. .

UN PO' DI STORIA: La prima melanotenia (Melanotenia Nigrans) viene descritta nel 1843 da John Richardson con il nome di Atherina Nigrans.
E´ nel 1862 che l´americano Thomas Gill crea la famiglia Melanoteania, questa è messa sotto l´ordine degli Atherinidae.
1894 Gill crea la famiglia delle Melanotaeniidae, che tuttora fa parte dell´ordine delle Atherinidae.
Fu nel 1964 che Ian Munko classifica le Melanotaeniidae nei loro generi indipendenti.
Solo negli anni ´80 l´acquariofilia inizia ad interessarsi a questi pesci. E sempre in questi anni che il Dr Allen scopre dei nuovi pesci durante i suoi viaggi in Nuova Guinea, come il Glossolepis wanamensis, la Melanotaenia herbertaxelrodi e Melanotaenia boesemani.
Proprio Gerald Allen pubblca nel 1982 'Rainbowfishes of Australia and Papua New Guinea', il libro che fa conoscere questi pesci ad un pubblico più ampio e che diventa la bibbia degli acquariofili australiani che iniziano a collezionare questi pesci. Sempre nella metà degli anni ottanta il tedesco Heiko Bleher inizia nuovi viaggi nell'entroterra della Papua Nuova Guinea e riporta nuovi esemplari allora sconosciuti, quali la Melanotenia Praecox e la Chilaterina Bleheri.
Ancora oggi i viaggi in queste regioni permettono ai collezionisti di scoprire nuove specie, visto che molti laghi non sono stati ancora esplorati, e proprio lo scorso anno Heiko Bleher ha scoperto un nuovo melanotenide in un laghetto sperduto della Nuova Guinea...e ancora ci sono molte zone da esplorare!

Melanotenia, Chilaterina e Glossolepis presentano molte caratteristiche e comportamenti comuni, da tener presenti per un corretto allevamento.
Tutti questi pesci popolano ruscelli, fiumi, laghi della papua nuova Guinea e dell'Australia che sono soggetti a notevoli escursioni termiche e a riduzioni del livello dell'acqua durante la stagione estiva: proprio l'abitudine a questi forzati cambiamenti fa sì che i rainbowfish vivano bene in condizioni molto differenti di PH e di temperatura.
In ogni caso i valori ottimali per evitare malattie delle mucose e per stimolare la riproduzione dei nostri esemplari sono 7.0 ( quindi l'acqua del rubinetto va benissimo) per il ph e 26 C per la temperatura.
Consiglio di effettuare un piccolo cambiamento d'acqua a settimana visto che dopo ognuno di questi l'attività dei pesci diventa più intensa e aumentano la frequenza di deposizione.
In natura i rainbowfish sono pesci gregari, che vivono in grandi banchi, in cui pochi maschi sono dominanti e mostrano tutto il loro colore alle femmine. I maschi sono soliti sfidarsi affiancandosi e stendendo le pinne, per rimarcare la loro posizione ( questo comportamento è mostrato anche con maschi di generi diversi).
Gli habitat in cui i melanotenidi vivono sono estremamente differenti, e possono prevedere la presenza di una folta vegetazione o quella delle sole rocce: consiglio di lasciare un angolo dell'acquario privo di piante, perchè durante la deposizione i rainbowfish si avvicinano al fondo dell'acquario, magari vicino a pietre piatte e basse, o a piccoli tronchi.
I rainbowfish sono 'sparpagliatori' di uova, nel senso che i genitori non custodiscono le uova, di cui sono anzi molto golosi, e non difendono i piccoli. Ogni giorni una femmina può deporre dalle 20 alle 100 uova, spargendole nella vasca.
Il maschio inizia a corteggiare la femmina, cambiando il proprio colore e mostrando delle fosforescenze particolari sul corpo, e la invita verso un angolo dell'acquario in cui i due pesci si affiancano e poi si allontanano, lasciando rispettivamente sperma e uova. Nella prossima sezione darò alcuni consigli sull'allevamento di questi pesci.
Sconsiglio l'allevamento di questi pesci a chi ha un acquario aperto, perchè oltre ad essere ottimi nuotatori, sono anche, aimè, ottimi saltatori, e conosco molte persone che hanno trovato i loro esemplari rinsecchiti ai piedi dell'acquario!

Alimentazione
L’allevamento dei Rainbowfish è estremamente semplice e particolarmente adatto a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’acquariofilia; difatti questi pesci australiani sono abituati a sopportare nel loro ambiente naturale grandi cambiamenti e sono soliti passare dai periodi di piogge abbondanti, che prevedono quindi abbondanza di cibo e temperatura attorno ai 20 gradi, ai periodi di secca, con la conseguente riduzione dello spazio a piccole pozze, sovrappopolate e surriscaldate. Queste sono caratteristiche comuni a tutti i rainbowfish, anche se, come abbiamo detto, popolano tutti i corsi d’acqua dell’Australia e della Nuova Guinea. Tutte hanno in comune anche il regime alimentare. Le Melanotenie sono pesci opportunisti e onnivori, che si nutrono di tutto quello che cade in acqua. In acquario i rainbowfish accettano volentieri il cibo in scaglie, e un buon prodotto fornisce loro tutte le sostanze nutritive necessarie per una crescita corretta. Ad ogni modo è bene, se possibile, arricchire la loro dieta alimentare con del chironomus o altro mangime congelato. sminuzzate.
Io alimento spesso i miei pesci con dei frullati congelati di cuore di bue o con frullati di cozze e vongole...le fettuccine ai funghi porcini ancora non ho provato a dargliele! Le femmine hanno bisogno di assimilare sostanze vegetali per aumentare la produzione di uova e per questo motivo io alimento i miei rainbowfish tre volte la settimana con spinaci e zucchine lesse frullati...e loro apprezzano! La somministrazione di cibo vivo è garanzia di salute per i nostri pesci che vanno pazzi anche di lombrichi e di dafnie, oltre alle solite larve di zanzare.
Io consiglio di somministrare ogni tanto anche i gamberetti secchi che vengono dati alle tartarughe d'acqua: questo alimento ha il vantaggio di rimanere in superficie, ma è molto nutriente, quindi bisogna dosarlo attentamente.
Quindi differenziare l'alimentazione dei rainbowfish è estremamente semplice ed economico, ma bisogna fare attenzione a non sovraalimentare i nostri pesci, che non hanno freni e istintivamente cercano di fare le scorte per i periodi in cui è più difficile trovare cibo.
Un altro aspetto da considerare è che le melanotenie mangiano quasi solo esclusivamente finché il mangime è in sospensione: quindi se in vasca ci sono solo loro, il cibo che raggiunge il fondo è 'perso' e soprattutto può inquinare l'acquario. Quindi non bisogna far a meno di inserire un bel gruppetto di pesci pulitori nell'acquario.
Ricordo inoltre che la maggior parte delle melanotenie può raggiungere i 15 cm di lunghezza; questo significa che, pur essendo pesci molto pacifici, tutto ciò che ha le dimensioni idonee finirà nelle loro ampie bocche....quindi non immette, come invece è capitato di fare al sottoscritto, avannotti di guppy, platy e xipho che non siano molto più grandi delle bocche dei vostri simpatici pesci australiani!

Riproduzione
Ottenere la riproduzione dei melanotenidi in acquario è semplice, a patto di seguire pochi e semplici passi.
Innanzitutto bisogna garantire condizioni ottimali ai nostri riproduttori, quindi una dieta ricca e differenziata aiuta la femmina a produrre più uova e il maschio è più attivo nei giochi amorosi. E' bene cambiare due volte al mese almeno un quarto dell'acqua della vasca, sostituendola con semplice acqua di rubinetto, visto che i melanotenidi amano un'acqua dura. La temperatura dell'acquario può variare in un range compreso fra 25 e 28 gradi.
I melanotenidi sono ovipari e la fecondazione è esterna. Il maschio comincia a nuotare avanti e indietro attorno alla femmina, cambiando colore (cambiando davvero colore, e presentando una vera e propria fosforescenza sul dorso!) e stendendo le pinne. Se la femmina accetta il partner i due cominciano a nuotare stretti fino al luogo di deposizione, dove contemporaneamente, in seguito ad un movimento repentino, la femmina schizza fuori un gruppo di uova e il maschio il liquido seminale. In genere questi balletti avvengono ogni giorno, alle prime luci dell'alba anche se alcuni esemplari depongono lungo tutto l'arco del giorno.
Dopo 7-9 giorni dalla deposizione dall'uovo esce un avannotto di un millimetro. Interessante è il discorso sull'importanza che ricopre il pH dell'acqua per il sesso degli avannotti: sembra infatti che un pH basso favorisca la nascita di molti maschi, mentre un pH alto faccia protendere per una maggioranza di femmine
E' consigliabile usare una vasca adibita soltanto alla riproduzione, visto che i rainbowfish tendono a predare le proprie uova e per evitare l'ibridazione dei diversi esemplari.
Per raccogliere molte uova io ricopro il fondo dell'acquario di riproduzione con dei ricci di plastica (ricci fatti con quei filamenti che costituiscono un filtro biologico della Sera) e allontano i riproduttori dopo averli tenuti nella vasca per una decina di giorni.
In genere nella vasca da riproduzione tengo 2-3 maschi e 3-4 femmine, possibilmente comprati in negozi diversi, per evitare l'impoverimento genetico.
Gli avannotti crescono velocemente e nei primi giorni possono essere alimentati con 'green water', cioè semplice acqua prelevata in un secchio all'aperto, o con protozoi, uovo sodo e infusori: si tenga presente che gli avannotti ricercano il cibo solo in superficie, quindi è inutile sovraalimentarli con mangime che va sul fondo! I primi giorni sono davvero critici per questi pesci, perchè i piccoli quando nascono sono privi del sacco vitellino, e quindi devono iniziare subito ad ingerire cibo
Dopo una settimana si può iniziare con larve di artemia e dopo un mese anche con dafnie.
I piccoli crescono inizialmente molto velocemente e bisogna evitare di tenere a contatto avannotti di deposizioni differenziate, visto che la predazione di esemplari leggermente più piccoli è diffusissima.
Per il primo mese di vita io sono solito spegnere la pompa del filtro, visto che il movimento dell'acqua impedirebbe ai piccoli di trovare cibo in superficie.
Inoltre è da evitare nel primo mese ogni cambio d'acqua, visto che i piccoli sono molto sensibili a questo, mentre può essere utile portare la temperatura a 28 gradi, per favorire una crescita più veloce.
I giovani pesci raggiungono la maturità sessuale dopo sei e hanno la possibilità di vivere ben 10 anni, ma la colorazione segue un'altra strada: difatti fino all'anno o più di età tutti i melanotenidi sono di un insignificante grigio e solo verso il secondo anno il pesce inizia ad essere davvero un bel pesce.
Questo è un grosso limite e in questo si giustificano i prezzi che caratterizzano gli esemplari adulti e completamente sviluppati che è possibile comprare nei negozi.
Io comunque preferisco veder crescere ed invecchiare i miei esemplari.

Malattie
" Sano come un pesce " : gli acquariofili sanno che questo proverbio non rispecchia la realtà dei nostri pesci. Punti bianchi, micosi, infezioni da virus o da batteri, ulcerazioni e via di questo passo, le malattie sono molte e varie. Ed i nostri ranbowfish ? Ahimè non fanno eccezione. Certo se dovessi collocarli in una ipotetica scala di cagionevolezza alle malattie da 1 a 10 li porrei ad un livello 8. Ma questo non significa che sono immuni dalla maggior parte di quelle malattie di cui parlavo prima ; quindi vediamo un po’ più da vicino le problematiche dei ranbowfish legate sia alla prevenzione che alla cura delle malattie.
Possiamo dire che mantenere un ranbowfish in buona salute significa avere un acquario che possiede il suo equilibrio e che funziona con efficienza. Quindi il processo che di trasformazione dell'ammoniaca in nitriti e poi in nitrati deve essere ottimale. Un buon filtro biologico ed una alimentazione che non prevede eccessivi avanzi sono importanti per un processo ottimale ( anche in questo caso ricordo che i melanotenidi non cercano il mangime depositato sul fondo, quindi la presenza di pesci pulitori è fondamentale).
. Tutto questo va integrato con periodici cambi d´acqua.
Questi sono norme generali a livello preventivo alle quali dobbiamo prestare sempre attenzione. Ma ora parliamo di quarantena.
Quando noi compriamo pesci al negozio troviamo esemplari che presumibilmente sonno vissuti in condizioni ottimali. Ma il viaggio dall´allevatore al negozio, l´ambientazione nelle vasche del negoziante, che in genere non sono delle più salutari, ed in fine l´ambientazione nel nostro acquario può essere il momento propizio per sviluppare qualche malattia che covava allo stato latente. E´ evidente che un periodo di quarantena è la soluzione migliore per osservare ed intervenire in modo appropriato sui nostri pesci. Cosa che invece sarebbe difficoltosa, pericolosa e poco proficua nell'acquario comune. Tutto questo riguarda l´aspetto preventivo, ricordando sempre una cosa ovvia, ma profondamente vera : se il punto di forza dei ranbowfish è la livrea colorata è altrettanto vero che più i nostri pesci stanno bene più sono sani e più sono belli !
Per quanto riguarda le malattie specifiche, che ricordiamo i nostri non ne sono immuni pur vantando un buon grado di robustezza, possiamo rimandare ai manuali specifici o ai consigli del nostro commerciante di fiducia.
Un discorso particolare va fatto alle ulcerosi che sono un punto debole e particolarmente caratteristico di questa specie. Oramai sembra universalmente riconosciuto che un fattore scatenante sia la temperatura elevata. Valori intorno ai 28° per periodi prolungati, ad alcuni esemplari porta a delle ulcerazioni sulla pelle.
Gli esemplari sembrano vivere regolarmente in ottima forma ed anche quando compaiono queste ulcere non sembrano debilitati. Infatti si alimentano, nuotando regolarmente, non sembrano particolarmente debilitati rispetto ai loro compagni sani. Non sembrano che siano ulcere contagianti e questo è una cosa buona. Comunque la comparsa di queste menomazioni indica uno stato anomalo, che va modificato affinché non porti altri esemplari alle stesse conseguenze. Può aiutare nei primi stadi, blu di metilene o Furamor, ma non mi risulta che facciano totalmente regredire le ulcere.
Quindi dicevamo temperature basse, cioè 22-24° sono sufficienti, e questo in modo particolare per quelle specie che in natura vivono su altitudini elevate.
Le condizioni non ottimali dell'acquario può portare alla comparsa di puntini bianchi sul corpo dei nostri pesci, ma questa malattia è facilmente controllabile innalzando (in giorni successivi) la temperatura fino a 30 gradi, visto che a questa temperatura il ciclo di vita dei batteri che causano la malattia si riduce. non appena la malattia risulta debellata bisogna riportare lentamente la temperatura a 25 gradi, per prevenire le ulcere.
Più raramente alcuni esemplari iniziano a dimagrire e cominciano a nuotare a pelo d'acqua: la cura in questo caso è praticamente impossibile e purtroppo il pesce è condannato a morire lentamente. In tutti i casi ho notato che le malattie non sono contagiose.
Questo è a grandi linee è ciò che possiamo dire sulle malattie ricordando che prevenire è meglio che reprimere. Visto che questi pesci amano ricambi di acqua, e che l'acqua del rubinetto è ottimale, un cambio settimanale è il massimo per preservare l'acquario nelle migliori condizioni.

 

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    Playfish era un foglio di informazione acquariofila, pubblicato gratuitamente a cadenza irregolare fino al 2009 da appassionati provenenti da varie associazioni italiane. 
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