Allestimento rocciata per vasca Ciclidi Africani
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di Andrea Coppola

 

Questo articolo nasce dalla volontà di condividere con altri la mia esperienza di allestimento di una vasca "tipo" Tanganyika. Il mio obiettivo è stato quello di creare il maggior numero di ripari possibili per i nostri amici pinnuti, con buchi e nascondigli dove potersi infilare.


La base di partenza (cfr. acquario), probabilmente non grandissima ma questo "passava il convento", è un acquario RIO 180 che già aveva visto, nel corso degli ultimi anni, numerosi ri-allestimenti e layout insomma, quella che mi piace definire una "nave scuola".

Questa volta però, deciso ad allevare ciclidi del Lago Tanganika, e con lo scopo di fornire il maggior numero di nascondigli ed anfratti per ripararsi e stabilire territori, ho pensato di allestire una rocciata che rivestisse interamente la parete posteriore e magari potesse anche mascherare il filtro interno, non proprio bellissimo, che campeggia nella parte posteriore destra di molti acquari Juwell.
Problema peraltro, quello delle rocce in vasca, non semplicissimo da affrontare, perchè noi tutti sappiamo bene - qualcuno anche per averlo sperimentato - che l'elevato peso sul vetro di fondo o forse peggio su quelli laterali, può pregiudicare l'integrità della vasca stessa.

Per questo motivo e per cercare di minimizzare il problema, mi sono orientato su due differenti soluzioni che ho cercato di portare avanti contemporaneamente:

1) creare una struttura di supporto (nascosta) che mi consentisse di ridurre le rocce (e quindi il peso) impiegate ed al tempo stesso creasse uno spazio vuoto, nel retro, non visibile a chi guarda la vasca, ma dove i pesci potessero anche cercare riparo e nascondiglio e perchè no riprodursi ed allevare i piccoli riducendo il fenomeno di predazione;
2) usare delle pietre che, per loro caratteristica, avessero un peso inferiore rispetto ad altre e pertanto potessero essere impiegate senza troppi problemi di carico sul vetro di fondo della vasca.

Il materiale utilizzato - tutto di recupero - è stato quello che potete vedere in foto:

• cassette di plastica "leggere" tipo della frutta recuperate al mercato sotto casa;

• rete in plastica verde rigida in rullo, recupero di una precedente lavorazione, tipo quella che si usa per chiudere le finestre delle cantine ed evitare l'accesso ai gatti;

• confezioni vuote di cibo per pesci, tutte della stessa dimensione, alle quali è stata levata l'etichetta adesiva lavorandole sotto un getto di acqua calda;

• spago per fissare la rete.

• rocce acquistate (queste si) presso un garden/vivaio di Roma, al prezzo di 1 euro / kg (alla fine sono stati impiegati circa 25 kg di materiale);

• un metro di corrugato PVC per cavi elettrici, diametro 40 mm

 

Le scelte che ho ritenuto di adottare sono state le seguenti:

1) avendo già in mente altre soluzioni viste ed utilizzate in altri acquari, e sulla base dei consigli dell'amico Giovanni T.del CIR, ho cercato di creare una struttura di supporto/sostegno (e riempimento interno/posteriore) fatta con parti di cassette di plastica (quelle della frutta, leggere, in plastica nera) ed in rete rigida di plastica, arrotolata e "riempita" all'interno con dei supporti che potessero conferire solidità/rigidità ed evitare lo schiacciamento sotto il peso delle rocce che avrei successivamente poggiato sopra.

Inutile dire che le soluzioni sono tutte di

"rimedio" e quindi ottenute con il minimo costo (possibilmente spendendo zero). Quindi anche i supporti interni alla rete sono stati ottenuti utilizzando dei barattoli di cibo per pesci (tutti della stessa altezza) lasciati ovviamente aperti senza tappo per evitarne galleggiamento, ed inseriti con funzione portante nella "salsiccia" di rete che sono andato a collocare nella parte centrale della struttura di sostegno, come si può vedere dalla fotografia qui sotto.

Questa soluzione mi ha anche consentito di ottenere una parte centrale leggermente "rientrata" o concava o a C,

rispetto alle due laterali, che - sempre secondo i miei gusti - conferisce un gradevole aspetto estetico e garantisce anche più profondità al tutto.
Per le cassette, ho tagliato e recuperato le estremità laterali, questo perchè presentano maggiore robustezza e solidità in virtù dei diversi punti in cui la plastica è saldata, e poi perchè così ho recuperato due strutture per ogni cassetta (alla fine ne ho utilizzata solo una), identiche, che presentavano la possibilità di essere adagiate sul fondo, sottosopra, creando una superficie lievemente in discesa che facesse da supporto e guida per le rocce che avrei poggiato sopra e che dovevano avere un effetto "a discesa".

2) Rocce laviche comunissime, che si possono trovare in qualsiasi vivaio, di varie dimensioni, che ho opportunamente diviso, prima dell'allestimento in tre misure, piccole, medie e grandi. Ovvio che durante la "posa" ho collocato le grandi in basso, le medie al centro e le piccole nella parte più alta. Tutto questo è servito  anche a dare maggior armonia ed un risultato esteticamente più gradevole al tutto; perchè no anche una certa prospettiva! Inoltre le rocce più grandi posizionate nella parta bassa, avendo maggiori dimensioni, oltre a nascondere bene la struttura in plastica, offrono una base d'appoggio più grande e soprattutto più sicura

agli elementi che andrete a collocarci sopra, e questo vale - riducendo dimensioni delle rocce e quindi spessore della rocciata - fino alla superficie superiore della vasca!

A questo punto sono iniziati i lavori. Per prima cosa ho rimosso le piante che erano presenti nella vasca e le ho temporaneamente messe in una bacinella per poterle poi riutilizzare. Non si ha idea di quanto "verde" si riesca a produrre in un acquario, fino a quando non ci si mettono le mani! Poi, pulito bene il fondo di sabbia, ho poggiato le due estremità laterali fatte con le cassette e la "salsiccia centrale. Ho spinto bene gli elementi in modo che potessero fissarsi solidamente sul fondo annegando per qualche centimetro sulla sabbia. Successivamente è iniziato il lavoro di "posa", il più lungo, anche perchè ha richiesto continui spostamenti in funzione del gusto e di come "saliva" la rocciata. Dopo circa 1 ora di lavoro la parete era completata, lasciata riposare la vasca per 24 ore ed eliminata parte della sostanza che inevitabilmente era andata in sospensione, ho reinserito una colonia di neolamprologus multifasciatus, alcune piante (vallisneria) ed ho scattato qualche foto sul risultato raggiunto che mi sembra accettabile. La foto potete vederla qui sotto!.

La popolazione è stata poi completata da un trio di Neolamprologus Leleupi Leleupi, un trio di Cyprochromis Leptosoma Mpulungu e 5 Julidochromis Transcriptus Gombe, come potete vedere in questo video:
 

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