Messico: Pinne & Spine - parte 2: San Luis Potosì
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Di Francesco Zezza

15.04.02: Prima della partenza per San Luis Potosì per raggiungere JMAA incontriamo, all’aeroporto, alcuni amici e membri AIC. Abbiamo fatto una buona colazione incluso un cappuccino alla cannella, un po’ strano al gusto di un romano ma … OTTIMO! Mi sento bene: stiamo per incontrare bella gente, raccogliere ciclidi, vedere cactus, orchidee e tanto altro.

San Luis Potosì: Agli arrivi dell’aeroporto. L’uomo al centro con la camicia bianca è Juan Miguel Artigas Azas

Atterriamo sugli Altopiani Messicani, nel mezzo della “Landa dei Cactus”, nel vero deserto messicano, usciamo dall’aereo e … piove! Piove di una pioggia “aggressiva e trionfante” come sono – quando cadono - le piogge dei deserti. Un vero diluvio si sta abbattendo sulla città! Il traffico è impazzito...

 

San Luis Potosì: un dettaglio della città, scattato di proposito con viraggio seppia.

 

Siamo andati a comprare dei peperoncini (avete presente il Chili Messicano? … Quello!) ed a noleggiare un’auto perché il fuoristrada Chevy di JMAA non è abbastanza capiente per tutti!

 

San Luis Potosì: di buon’ora (14.15: ora di pranzo …), quasi pronti a partire.

Puerta del Rio (Bacino del Rio Verde): Bellissimo posto! Cactus del genere Turbinicarpus, così come altri, sono in vista e, nell’acqua diverse coppie di Herichthys bartoni stanno deponendo con la loro tipica livrea a due colori (molto comune nei ciclidi del Centro America). Un serpente d’acqua si sta crogiolando al sole… due campesinos (su moderne mountain bikes!) ci passano accanto, parlando sommessamente, e si allontanano! Come è diverso tutto ciò dal Messico rumoroso e “sparato” di Città del Messico e degli ammiccanti depliant pubblicitari, anche se qui la vita è diversa e non sempre facile.

 

Puerta del Rio: un dettaglio del corso d’acqua.

 

Puerta del Rio: un giovanile di Herichthys bartoni (dopo le foto verrà liberato).


Lungo la strada che solca la Rio Verde Valley troneggia un enorme Ferocactus histrix (secondo JMAA, che in seguito, però, rivedrà questa identificazione e la nuova sul momento mi sfugge; sorry!!!) alto oltre 2,5 mt (diversi semi di questa specie stanno crescendo ora nella serra, a Roma).

 

Ferocactus sp.: un’immagine di questo gigante.

A cena arriviamo, infine, a Valles (Ciuciad Valles) dopo aver attraversato enormi estensioni di terreno spianato per piantarvi piantagioni di canna da zucchero, che errore: la pianta non riesce a crescere, con profitto, in questa area e l’unico risultato è stato quello di aver distrutto un’ampia porzione di foresta.

Finisce una giornata incredibile, iniziata in un paesaggio quasi desertico e conclusa alle soglie della foresta più fitta, ce la siamo goduta un mondo: caldo, sete, sudore, tanti ambienti cambiati in poco tempo. L’intero gruppo ha “tenuto botta” alla grande ma ora … FERMA! È tempo di cenare… seguendo i consigli offertici iniziamo ad apprezzare molto la cucina messicana e in particolare la birra (scura) “Negra Modelo” … potessi trovarla in Italia!

17.04.01: (Valles, Stato di San Luis Potosì) muoviamo dall’Hotel Taninul ancora verso la foresta. Le previsioni meteo usano ancora una volta gli stessi termini: grande caldo, alta umidità, un piacere … La temperatura nella foresta è per me assai defatigante … cerco, comunque, di usare ogni minuto che ho a disposizione nel miglior modo. JMAA ci ha promesso una LUNGA giornata, come se quella di ieri fosse stato uno scherzo! Vedremo …

B) I ciclidi del Messico e gli ambienti in cui si muovono …

ORA, I PESCI: nessuna raccolta di pesci in natura (i ciclidi della zona sono troppo grandi per le vasche che ho a casa!!), otteniamo invece alcune specie dalle vasche di JMAA:

  • Torichthys aureum (giovanili; sono stati scelti da un altro componente del nostro gruppo)

  • Archocentrus nanoluteus (2 giovani coppie; la mia scelta)

 

Archocentrus nanoluteus: esemplare giovanile (F1) fotografato – al rientro – nelle vasche a Roma.

  • Xiphophorus nezahualcoyotl “Rio El Salto” (riprodotti e distribuiti in abbondanza qui in Italia).

  • Xenoophorus captivus “Illescas” (anche questi riprodotti in Italia).

Entrambe queste specie sono andate – poi – perse (nelle mie vasche): i goodeidi durante la torrida estate, se ben ricordo, del 2003, i pecilidi a loro volta per la loro abitudine di variare sesso dopo una serie di cicli riproduttivi con prole. Un bel/brutto giorno mi sono ritrovato con soli maschi in vasca (cosiddetto ermafroditismo proterogino) e la cosa mi ha spiazzato in modo, ovviamente, non recuperabile.

Ancora in marcia: ci fermiamo al Rio Coy, fiume con acqua pulita circondato dagli alberi con tanti aironi che si nascondono tra di essi.

 

 

Rio Coy: come lo si può vedere dal ponte che lo attraversa, sulla sinistra si intravedono gli … “esploratori”.


E via ancora verso Tambaque (nome locale: Tan-Sab-Ja): bella foresta con torrenti d’acqua cristallina che scorrono attraverso; mentre intorno occhieggiano orchidee, Tillandsie e Bromeliacee. Il sole non raggiunge questa zona completamente, c’è caldo e umido.


Tambaque: La mappa della zona.

 

Tambaque: dettaglio di uno dei torrenti che scorre nella foresta.

 

 

Tambaque: tante orchidee nascoste nell’ombra, quello in foto potrebbe essere fiori di un Oncidium sp

Per combattere la perdita di liquidi, beviamo in abbondanza la “michelada”: birra con sale, limone e peperoncino (dicono che sia rinfrescante, dopo la perplessità iniziale … lo è davvero!) con molto ghiaccio ... Proseguiamo per Huichyuayan dove peschiamo molto facilmente dei livebearer (pecilidi identificati come Xiphophorus Cortezi e Xiphophorus Pigmeus) che vivranno nella fishroom di JMAA. Trascorriamo anche qualche tempo a “snorkelare” tra nuvole di caracidi e pecilidi, mentre i ciclidi sono pochi (e nessuno in riproduzione perché, a dire di JMAA, l’acqua è risulta essere fredda). Un piccolo torrente scorre lentamente muovendo piante del genere Ceratophyllum e altro … L’acqua è limpida, ma con molti sedimenti che si alzano facilmente … la giornata termina con un’ottima cena, è mezzanotte passata.

 

 

 

 

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