Fish Wall di Andrea Coppola
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Dal nostro socio Andrea Coppola riceviamo e volentieri pubblichiamo questo interessante articolo sulla realizzazione di una parete di acquari, che potete trovare anche sul suo sito personale www.andreifus.it

La "fish wall": un'idea per realizzare un sogno nel cassetto...

Le premesse.

L'idea della fish wall nasce un po' per gioco e in parte sul serio, pensando (proprio così) ai grattaceli delle grandi metropoli americane, dove – per cercare di ridurre il costo delle abitazioni/uffici dovuto all'altissimo valore economico del terreno – si è cercato di sviluppare le costruzioni in .. altezza.....!! Sorridente

E' fuor di dubbio ed evidente che – nell'appartamento di Roma dove vivo – il problema non sia proprio il medesimo ma, con le dovute proporzioni (e visti i sette acquari già sistemati un po' qVista laterale delle vascheui e un po' la, complice l'infinita pazienza di mia moglie) ed in misura molto più modesta, ho cercato nel mio piccolo, di trovare una soluzione all'ormai annoso problema dello spazio in casa.

Per questo motivo un bel giorno mi sono detto: ”ma perchè non sfruttare lo spazio in verticale?"

Nasce proprio così l'idea della fish wall, letteralmente e nel mio immaginario “un muro di pesci”, ovvero semplicemente delle vasche sovrapposte dove poter allevare e riprodurre ciclidi.

Per ragioni di forza maggiore tutto il progetto che ne è seguito è stato condizionato dalla logistica, ovvero dall'appartamento al terzo piano di un condominio dove vivo; di certo non avrei potuto montare tre vasche sovrapposte da 2 metri e passa di lunghezza, con il rischio – prima o poi - di andare a trovare – in un colpo solo con vasche e pesci compresi – la ignara e tranquilla inquilina del piano sottostante!!!!

Per questo motivo, trovata una parete in uno spazio (cfr. sgabuzzino) logisticamente peraltro molto interessante a causa della presenza di un pozzetto dove far confluire (ad esempio) lo scarico delle vasche, ho iniziato a farmi qualche idea su quello che avrei potuto realizzare, anche osservando delle strutture simili, installate - ad esempio - in quasi tutti i negozi di acquari di Roma (città dove vivo) e non solo.

 

Il progetto.

Preso il coraggio a due mani e soprattutto fatto un conto sul budget necessario per la realizzazione, con l'aiuto di un amico negoziante davvero in gamba, e la conoscenza di un artigiano che lavora vetro e alluminio ad alti livelli, ho iniziato a disegnare quella che pensavo potesse essere la mia soluzione e, dopo innumerevoli cambiamenti al progetto, dovuti da una parte all'esperienza dell'artigiano, dall'altra a soluzioni che – man mano – mi rendevo conto potevano essere modificate per consentirmi una migliore gestione del tutto, sono arrivato finalmente a quello che mi piace definire il progetto “esecutivo”.

Particolare dei coperchi superiori a scorrimento

Queste le misure della struttura:

  • Base cm 100x40
  • Altezza cm 240
  • tre vasche sovrapposte le cui misure sono circa : cm 94x40x39,5h
  • 150 litri di capacità per ciascuna vasca
  • il filtro interno misura circa 14x35 x 38h circa

la struttura portante è in alluminio Porsa in profili tubolari quadrati da 2 cm tagliati a misura e “legati” con dei giunti in fibra percorsi all'interno da un'anima di acciaio, che hanno la funzione di incastro sugli angoli. Le caratteristiche di questo materiale (peraltro non proprio economico) sono quelle dell'estrema robustezza con un peso davvero limitato; tutta la struttura in alluminio non pesa infatti più di 10-15 kg!

Le vasche sono realizzate con cristalli da 8 mm sulle pareti laterali e da 10 mm sul fondo, la qualità delle giunture e delle finiture è davvero notevole per essere “artigianale”.

La vasca inferiore è divisa in due parti uguali da un vetro sul quale – per facilitare il passaggio dell'acqua – sono stati realizzati 4 fori del diametLastra di separazione fra le due vasche inferioriro di 4 cm l'uno; su ogni foro è applicata, con del silicone, una griglietta in plastica per evitare il passaggio – da un ambiente all'altro – di piccoli pesci o avannotti.

Il sistema di filtraggio - per questo ambiente condiviso - prevede un'uscita tradizionale dal filtro con un tubo in plastica traparente rigida piuttosto lungo che corre orizzontalmente alla parte alta/posteriore delle vascheParticolara 1 filtro interno fino al lato opposto rispetto a quello dove è montato il filtro. Per assicurare una buona circolazione anche nella prima vasca, ho realizzato – direttamente sul tubo rigido di mandata in plastica in questo primo ambiente – dei fori, per consentire l'uscita di una parte del flusso che proviene dalla pompa. L'aspirazione sulla scatola del filtro, e i fori di separazione tra le due vasche divise, fanno il resto, ed assicurano una buona circolazione e ricambio dell'acqua.

All'interno delle vasche ho fatto realizzare un filtro classico, realizzato in tre scomparti, uno (il primo seguendo il flusso dell'acqua) per il riscaldatore, sulla cui parete esterna sono realizzati i fori di aspirazione con relative griglie per evitare il passaggio di piccoli pesci o sedimenti, poi uFiltro Interno praticolare 2no centrale per le spugne e la lana (filtrazione meccanica) ed infine quello verso la parete di  fondo, dove sono collocati i cannolicchi e la pompa, che rimanda attraverso un foro praticato nella parte alta, l'acqua in vasca.

Perchè non ho pensato ad un sistema di filtraggio esterno?

Beh, a parte le difficoltà nel trovare pompe con prevalenza superiore ai 2 metri per la vasca più alta ed il relativo impegno economico, non ritengo “sicura” (per precedenti “esperienze”) la soluzione del filtraggio esterno per la possibilità che si verifichino perdite e/o allagamenti; inoltre poichè la finalità di queste vasche non è certo l'esposizione, per me non è stato importante progettare qualcosa che fosse "poco visibile" all'interno delle vasche e  nemmeno che consentisse di lasciare più spazio libero ai nostri amici pinnuti.

Per l'allestimento del filtro ho usato materiali davvero tradizionali, spugna sintetica + lana di perlon e cannolicchi in vetro sinterizzato contenuti all'interno di una retina di nylon con relativo cavo per un eventuale “recupero” dal loro alloggiamento.

Sempre nei filtri ho installato delle pompe di circolazione con flusso regolabile (tutte le pompe hanno ormai la possibilità di regolare il flusso strozzando la "mandata" meccanicamente con dei sistemi detti "a ghigliottina"), settate al massimo della portata, con una “capacità" di 600 lt/h circa; per i riscaldatori ho usato invece materiale di livello professionale, anche in virtù della delicatezza di questi apparati e dei danni che fanno quando si guastano: nelle due vasche più basse ho installato dei riscaldatori da 150W, mentre in quella più alta ho ritenuto sufficiente un 100W.

Il locale dove la fish wall è installata, infatti, oltre ad essere piuttosto piccolo (ha una superficie di circa 10 mq), ospita al suo interno un radiatore, una lavatrice e la caldaia a gas per la produzione di acqua calda sanitaria e riscaldamento: il calore in quell'ambiente non manca proprio e, come molti ben sanno, l'aria calda tende ad andare verso l'alto, per cui....!!!

Per agevolare il ricircolo dell'aria ed evitare eccessive concentrazioni di umidità nella stanza in questione, ho anche realizzato un foro sul muro esterno (affaccia direttamente su un cortile condominiale) dove ho installato un ventilatore (Vortice) con funzione di estrattore di aria; sulla presa elettrica ho montato un timer meccanico che aziona la ventola ogni ora circa con intervalli di 60 minuti. Ho programmato lo spegnimento per le ore notturne per evitare fastidiosi rumori.

Alimentazione elettrica plafoniere - particolarePer la parte tecnologica della fish wall ho dovuto approntare anche l'impianto di illuminazione: per far questo ad ogni piano ho installato una plafoniera con grado di protezione IP65 che contiene al suo interno 1 tubo fluorescente da 18W. Questo codice che ho appena citato è molto importante: il codice IP, infatti, è una convenzione definita all'interno di norme CEI e serve per individuare il grado di protezione degli involucri dei dispositivi elettrici ed elettronici contro la penetrazione degli agenti esterni di natura solida o liquida. Per eventuali approfondimenti vi rimando ai tantissimi link che potrete trovare “googlando”, oppure su un sano testo di ingegneria elettronica.....

Comunque, se dovete pensare a qualche componente elettrico da installare SOPRA alle vostre vasche, e state realizzando da soli un progetto, fate sempre estrema attenzione, acqua e corrente elettrica soFissaggio plafoniera vasca 3 - particolareno un mix che può rivelarsi letale!!!!

Le plafoniere in questione sono fissate – nelle due vasche più basse – ad una L di alluminio che poggia sulle traverse laterali della struttura formando un “ponte” sotto alle due vasche più alte e consente, attraverso dei fori, di assicurare saldamente la parte superiore delle plafoniere che risultano in questo modo "appese". La lampada installata ad illuminare la vasca più alta è fissata invece direttamente alla parete superiore (il tetto della struttura) attraverso normali dadi e bulloni e rondelle spezzate.

L'impianto elettrico cheQuadro servizi elettrici - particolare alimenta tutti i “servizi” è stato da me realizzato riutilizzando un quadretto elettrico che avevo, opportunamente riadattato, per dividere le linee (una per ogni vasca) per i riscaldatori, le pompe e le tre lampade che sono anche comandate da un timer elettronico a programmazione settimanale (era già nel quadro, ma è evidente che un analogo modello a programmazione giornaliera fa più che al caso nostro).

I cavi (3x1,5) che dal quadro elettrico partono per alimentare le vasche, sono protetti all'interno di tubazioni flessibili realizzate in guaina “Diflex” per garantire maggiore sicurezza, tenuta e soprattutto inattacabilità dall'umidità; il corrugato è fissato (dove necessario) alla struttura in alluminio attraverso delle fascette di plastica del tipo comunemente usato nel “fai da te” dette anche “a stringere”. Gli interruttori presenti nel quadro elettrico permettono di gestire singolarmente, e senza riflesso sulle altre vasche, ogni singola utenza, in modo da poter intervenire eventualmente scollegando SOLO l'accessorio sul quale dobbiamo lavorare.

Le conclusioni.

Ho deciso di scrivere queste righe per condividere con altri la mia esperienza, certo sicuramente del fatto che esisteranno tante altre strade per realizzare, probabilmente anche a costi più contenuti, una struttura di questo tipo, ma invito tutti comunque a valutare sempre (se con le dovute cognizioni tecniche) l'impatto strutturale e statico di una soluzione di questo tipo: stiamo parlando di una libreria (perchè no) del peso di quasi 500 Kg la cui progettazione ed il successivo fissaggio devono essere attentamente valutati! Se non avete idee, lasciatevi consigliare da chi – probabilmente con più esperienza - potrà suggerirvi e (soprattutto garantirvi) la migliore soluzione per la vostra “fish wall”!!!

 

N.B. Tutti i riferimenti all'interno dell'articolo sono relativi al mio caso specifico: declino qualsiasi responsabilità derivante da danni a persone e/o cose occorse nella realizzazione di strutture simili.

Un ringraziamento particolare va all'amico Francesco Zezza, con il quale ho sviluppato fin nelle fasi “embrionali” l'idea, a Luca Mancini che mi ha consentito di realizzarlo grazie davvero alla sua passione non comune per il nostro hobby, e mia moglie Giuliana, che sopporta (e supporta) quotidianamente e con infinita pazienza e amore la mia "mai doma" ed a volte incomprensibile (ma solo per lei!) passione per l'acquariofilia.

 

 

Playfish

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    Playfish era un foglio di informazione acquariofila, pubblicato gratuitamente a cadenza irregolare fino al 2009 da appassionati provenenti da varie associazioni italiane. 
    Qui potete trovare tutti i numeri di Playfish usciti, gli speciali in collaborazione con altre associazioni hobbistiche e i calendari con le più belle foto scattate dai soci di tutte le associazioni italiane.

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